Chi l’ha detto che le questioni di genere entrano nel dibattito solo nell’era contemporanea?
A Coriolano, il protagonista dell’opera, mancano il dono della lingua e una voce suadente, doni tipicamente femminili – secondo l’epoca di Shakespeare, s’intende.
Tuttavia, la sua abilità militare e la sua inclinazione alla violenza compensano ampiamente la sua debolezza in questi ambiti. Nel dramma, Cominio pronuncia un’orazione politica magistrale, che fornisce una visione del personaggio di Coriolano. Cominio rivela che, da giovane sedicenne senza barba, Coriolano ha combattuto contro uomini maturi che sostenevano un dittatore: anche se avrebbe potuto comportarsi da vigliacco, scelse di dimostrare il suo coraggio e combatté da uomo. Fu proprio grazie all’esibizione di una tale violenza che Coriolano si conquistò il suo epiteto.
In Coriolano la violenza è strettamente legata alla mascolinità
È la violenza che distingue gli uomini dalle donne e dai ragazzi. Cominio usa la “recita della donna” per presentare quella che viene vista come la via più vile, e quando Aufidio chiama Coriolano “ragazzo”, questo viene preso come l’insulto finale e oltraggioso. Anche qui emerge come la lingua sia un dispositivo fondamentale per il nostro Bardo.
La violenza e la guerra servono a legare i singoli uomini, creando un legame omosociale. Pertanto, nell’opera, la violenza è ciò che crea e definisce le relazioni sociali tra gli uomini. Quando Coriolano vede il suo alleato, il generale Cominio, sul campo di battaglia, esprime il desiderio di stringerlo tra le braccia. È felice di vedere il generale come lo era il giorno del suo matrimonio.
Rivalità militare
Allo stesso modo, Coriolano e Aufidio hanno una feroce rivalità militare. Hanno giurato di combattere l’uno contro l’altro nel corpo a corpo ogni volta che si incontrano in guerra, eppure sono legati e uniti da questa rivalità. La retorica in cui la violenza e la guerra sostituiscono l’amore e il matrimonio mostra come questi uomini siano uniti dalle loro esperienze comuni di violenza. Quando Coriolano viene bandito da Roma e va a trovare Aufidio, il suo ex rivale, Aufidio lo saluta in un modo che suggerisce che è più felice di vedere Coriolano che la moglie che ha varcato la soglia il giorno del suo matrimonio.
Potrei sbilanciarmi e affermare che i confini tra guerra, violenza e sessualità sono qui talmente sfumati da essere quasi indistinguibili.
La passione per gli alleati e persino per i nemici sembra prevalere su quella che Coriolano ha per la sua amante.
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