E’ a Milano il bar ispirato a Wes Anderson. Il cineasta, che si sta facendo strada fuori dalla nicchia estetica, comincia a diventare fenomeno diffuso e a contare all’attivo molte pubblicazioni di spessore. Non lo conosco benissimo personalmente, ma vedendo alcuni frame e li trovo perfettamente sovrapponibili al bar Luce nella Fondazione Prada.
Quel che conta è l’advertisement, dicono i ristoratori e gli operatori della notte, quando parlano degli ultimi trend in fatto di locali. Qui siamo di fronte a una multinazionale della moda, una certezza di marchio. In questo caso subentra una forma di mecenatismo interessato da parte di Prada, che con Wes Anderson ha già collaborato. Si parla di un mini-film di collaborazione, Castello Cavalcanti.
Mecenatismo come forma di ritorno economico, quindi. Wes Anderson sponsorizzato.
Un format che trovo di grandissimo successo, del quale ho già parlato in altre occasioni. La mano privata non può che costituire un respiro di sollievo per le nostre opere dimenticate e in-valorizzate. Questo caso però è ancora differente.
Qui un regista contemporaneo e uno sponsor si fondono. Il turismo culturale sarebbe dell’appassionato di film di Anderson che va a cercarne l’atmosfera in un luogo reale.
Ricreare un luogo di fantasia cinematografica non è certo una novità. Molti bar “a tema” annacquano l’autorialità originaria in un alleggerimento gustabile come i pop-corn della multisala. Come nella multisala, un pacchetto artistico (cinema/visione) viene scomposto, e viene fruito anche da chi ama soltanto il gusto dei pop-corn. Del cappuccino, in questo caso.