Nessuno ha mai allestito una Norimberga per le malefatte risorgimentali, di qualsivoglia parte politica, e quindi i Borbone a processo a Isernia non ci andarono mai realmente. Solo, si registrarono dei moti popolari filo-borbonici, e le conseguenti repressioni.
Questo è stato il pensiero degli organizzatori di un evento in cui mi sono imbattuto ieri, mentre facevo le mie ricerche per la scultura del bambino paleolitico, opera di un’artista francese, tornato in Italia ed ora disponibile alla visione.
Mente spulciavo le cronache locali alla ricerca della data di esposizione della bellissima scultura, a opera di una paleo-artista francese, mi sono imbattuto in un articolo di cronaca.
I Borbone a processo a Isernia: assolti
Vi do un po’ di contesto: nel lontano 2012, in seno alle consuete celebrazioni dell’Unità d’Italia, a Isernia si è svolto un convegno dal titolo curioso, che ho trovato pubblicizzato sulla pagina del Corriere.
Il titolo era seguito da questa ulteriore precisazione:
A Isernia dibattimento-convegno sul ruolo della dinastia ai tempi del Risorgimento. “Sono stati già sconfitti dalla Storia”.
Meraviglioso. Innanzi tutto, vorrei premettere, che senso ha fare un processo storico? Intendo, da questo momento in poi qualcuno si prenderà la briga di modificare la narrazione dominante, che racconta delle angherie dei Borbone? Cosa facciamo, tabula rasa e presentiamo una sommatoria degli episodi di violenze e abusi da entrambe le parti, e infine decidiamo il vincitore e il vinto?
Il processo a Isernia sembrava avere proprio questi connotati.
Non si vince mai
Per questo mi sento di accodarmi alla schiera dei moderati, e di non prendere parte al dibattito. A parte che ormai parliamo del 2012, e sono arrivato un po’ in ritardo. Ma poi, trovo il gioco della riabilitazione abbastanza disonesto.
Mi spiego: nella storiografia capita spesso che una tesi, per essere notata, accolta, anche solo popolare, debba essere in qualche modo dirompente.
Purtroppo anche gli storiografi, che sono una razza solitamente pacata, non sono esenti dal sensazionalismo.
E quindi, la riabilitazione della parte offesa fa purtroppo parte della storiografia, che sembra dire “no, nella disciplina contemporanea non accettiamo più che la storia la scrivano i vincitori”.
Temo che il buon storiografo debba sì astenersi dal decretare vincitori e vinti nelle proprie pagine. Ma la Storia ha parlato.
E come hanno giustamente detto gli organizzatori del convegno: hanno già vinto i Savoia.