Dalle ex colonie, alla fascinazione per il nostro intrigante Paese. Nel mondo, a quanto emerge dai dati conclusivi della XVIII edizione della Settimana della Lingua Italiana nel mondo, si parla sempre più italiano.
Sempre più studiosi di italiano
La settimana si concluderà il 21 ottobre. Il tema quest’anno è: “L’Italiano e la rete, le reti per l’Italiano”.
Dalle ultime rilevazioni relative all’anno scolastico 2016/2017, risultano circa 2.145.093 studenti di italiano, distribuiti in 115 Paesi. Le rilevazioni mostrano un importante aumento degli studenti di italiano che sono passati da 1.522.184 nell’anno scolastico 2012/2013, a 1.761.436 nel 2013/2014 fino agli oltre 2 milioni odierni.
(Fonte: Il Sole 24Ore online)
Ma attenzione a trarre conclusioni troppo entusiastiche: il dato si riferisce in parte al rilevato crescente interesse per la nostra lingua. Ma va precisato che la rilevazione risente di un affinamento delle tecniche di rilevazione statistica stesse: infatti si sono considerati nella ricerc numerosi istituti privati, associazioni culturali, realtà sommerse che erano riuscite a svincolarsi dai censimenti ufficiali.
Italiano sì, italiano no
La rilevazione è fondamentale per comprendere come le conoscenze che sono patrimonio di una popolazione, o meglio, di una Nazione, vengono recepite. Per quanto il concetto di Nazione appaia oggi come anacronistico, ma non mi suona troppo bene parlare di patrimonio “statale” o “linguistico”. Nella diffusione della cultura il concetto di Nazione è veicolare, se ci pensiamo: aggiungere fascino e senso di appartenenza anche a una comunità che non ne ha poi tanto è quello che contraddistingue la buona promozione culturale da quella che non oltrepasserà mai le porte della città. Detto ciò, la banalizzazione non è mai una buona scelta.
Rilevato a metà
Non basta, come sostiene l’articolo che ho citato sopra, rilevare “a metà”. Certo, è importante avere un dato certo, che ci dica quanto l’italiano è studiato nel mondo. Ma considerando il dato precedente come inattendibile, stiamo causalmente ammettendo che questa informazione in fondo non è poi così nuova.