Il generale entusiasmo per le criptovalute, iniziato con Bitcoin e mining in generale, ha sparso il suo contagio anche fuori dall’ambiente finanziario.
Come poteva essere il Pilates qualche anno prima, o il Nuovo Mondo agli inizi dell’Ottocento, il Bitcoin ha cominiciato a popolare innumerevoli conversazioni, fino a diventare anche solo uno sfizio investitorio temporaneo. Dagli anni Duemila in poi, direi. Complice sicuramente l’avvento del Web come forma privilegiata di controllo, di gestione finanziaria, di divulgazione, anche.
Ora, la rivoluzione inaugurata dalle blockchain credo sia indiscussa e oramai affermata anche dai più nostalgici del settore. Più che di Bitcoin, in realtà, sono interessanti e spendibili, a parer mio e di molti istituti di credito, proprio le blockchain. E infatti il discorso sui crolli in Borsa di inizio anno delle criptovalute rimettono in gioco un discorso di questo tipo, più che su Bitcoin in sé, che è stato un fenomeno per alcuni versi passeggero, e moto legato ai salotti (online e reali).
Quota Bitcoin
Insomma, la quota del Bitcoin scende sotto i diecimila dollari, quasi dimezzandosi nell’arco di un solo mese. Un picco decisamente negativo.
Non possiamo non correlarlo alla generale diffidenza verso le pubblicità ingannevoli legate alle criptovalute, parenti strette del Bitcoin.
A dimostrazione del rischio concreto di truffe […] la Sec, l’authority finanziaria Usa, ha bloccato un’offerta iniziale di valuta (Ico) della AriseBank in Texas. La banca ha sfruttato l’immagine di personaggi famosi, tra cui il pugile Evander Holyfield, con l’obiettivo di raccogliere ben 600 milioni di dollari da pubblico retail nell’ambito del lancio da un miliardo della nuova moneta AriseCoin. L’accusa è di rappresentare un inesistente progetto di banca decentralizzata per collocare una valuta utile solo per accedere a servizi e prodotti di fatto tradizionali. Il dipartimento bancario texano aveva già proibito l’utilizzo della piattaforma per la Ico in Texas, ora la Sec ha bloccato l’operazione a livello nazione.
Di Bitfinex e del sospetto di riciclaggio ne sentiamo ormai parlare da tempo.
Ma insomma, perché le criptovalute sono così instabili? L’insistenza generale su una regolamentazione è un tentativo di risposta alla volatilità di questo mercato. Per quanto l’Agenzia delle Entrate specifichi che le operazioni su criptovalute siano equiparabili a quelle sulle monete, quindi esenti da tassazione sul capital gain. Per importi contenuti, ovviamente.
Mi piace il premio Nobel per l’economia (2013), Robert J. Shiller, padre della finanza comportamentale, che spiega come utilizzare metodi propri della psicologia per identificare i sintomi da bolla finanziaria. I metodi sono quelli per trovare eventuali disturbi di personalità.
Insomma, al di là di queste suggestioni: per ora i saliscendi sono decisamente vertiginosi. Gli aumenti bruschi sono al primo posto, nella suddetta lista comportamentale di Shiller. Forse il Bitcoin non è così lontano dal disturbo? Stando alla stampa, gli si prospetta un annus horribilis. Ma vedremo.