Dunque, ci ho provato. 

Ho cercato di evitare ogni facile boomerismo (come dicono ora) e con la mente più chiara ho provato ad avvicinarmi alla musica trap.

Innanzi tutto, ho avuto uno scoglio di comprensione: dev’esserci un modo di parlare che fa risultare questi “artisti” riconoscibili tra di loro.

Difetti di pronuncia ostentati, labbra lasse, fischi, stonature corrette dall’autotune.

Forse sono scelte artistiche che non comprendo, non avendo l’orecchio educato?

In ogni caso, non capivo proprio cosa dicessero.

E pare sia importante, in questo settore, dove ormai il missaggio e gli effetti sonori sono abbastanza standardizzati, in mano alla case discografiche/produttori.

Quindi, mi ci sono messo d’impegno, ascoltando decine di testi insulsi ed autoreferenziali, con calembour vacui.

Dubito che questi contenuti possano ambire all’universalità, dato che sono così appiattiti sul gergo e sulla quotidianità strettissima.

Poi, molti riferimenti che non capivo e che ho cercato sono stati connessi a dei “trend”.

Trend…?

I trend sono, molto semplicemente, delle tendenza che emergono sui social network, e che infuriano come vox populi per una manciata di settimane.

Non nominare i trend giusti è un modo sicuro per essere irrimediabilmente tacciati di boomerismo.

Al di là di ciò vorrei scrivere qualche altra parola sulla musica che ho ritrovato in questi brani.

Ecco fatto!