Continuo dal mio articolo precedente, collegandomi al discorso Coronavirus e a quanto le epidemie facciano spesso emergere i più reconditi e inconsci sentimenti di una collettività.
Quando Bruce Aylward, che ha guidato la missione dell’OMS in Cina, alla fine è tornato a Ginevra, ha detto che la cosa più importante che deve accadere, se vogliamo essere preparati ora e in futuro, è che ci deve essere un cambiamento assolutamente fondamentale nella nostra mentalità. Dobbiamo pensare che dobbiamo lavorare insieme come specie umana per essere organizzati per prenderci cura l’uno dell’altro, per renderci conto che la salute delle persone più vulnerabili tra noi è un fattore determinante per la salute di tutti noi, e, se non siamo preparati a farlo, non saremo mai e poi mai pronti ad affrontare queste sfide devastanti per la nostra umanità.
Beh, è un pensiero molto triste, se posso dirlo, perché penso che sia improbabile che si verifichi un tale cambiamento di mentalità.
[…] Credo che questo sia qualcosa che fa emergere anche le più alte qualità. In effetti, si scrivono anche romanzi su questi grandi eventi. Influisce sulla nostra letteratura e sulla nostra cultura. Penso al grande romanzo sulla peste, che è “I Promessi Sposi”, del romanziere italiano Alessandro Manzoni. Parla dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Borromeo, che entrò nelle case dei parassiti e fu disposto a sacrificare la sua vita per prendersi cura dei più poveri e dei più malati del suo gregge.
[…]
il successo della ribellione haitiana e di Toussaint Louverture è stato determinato soprattutto dalla febbre gialla. Quando Napoleone inviò la grande armata per ripristinare la schiavitù ad Haiti, la ribellione degli schiavi ebbe successo perché gli schiavi africani avevano l’immunità che gli europei bianchi che erano nell’esercito di Napoleone non avevano. Questo portò all’indipendenza haitiana. Anche, se si pensa dal punto di vista americano, fu questo che portò alla decisione di Napoleone di abbandonare la proiezione del potere francese nel Nuovo Mondo e quindi di accordarsi, con Thomas Jefferson, nel 1803, con l’Acquisto della Louisiana, che raddoppiò le dimensioni degli Stati Uniti.
(Continua)
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