Nei telegiornali di questi giorni abbiamo occasione di intravedere alcuni scorci della Catalogna, e di Barcellona, che solitamente non trovano spazio sulle cronache internazionali.
La Pedrera, o casa Milà, è uno di questi.
Con i suoi piani ondulati, gli abbaini sul tetto, tortili, che comunicano comunque solidità. Un capolavoro del modernismo, ultima opera di Gaudì prima di abbandonare l’architettura civile e dedicarsi anima e corpo alla Sagrada Familia.
Si chiama Milà per il committente, l’imprenditore Pere Milà i Camps, insieme alla moglie Roser Segimon i Artells. Ne esce un’enorme casa di 9 piani di oltre 1300 metri quadri per piano. Gaudì iniziò a progettarla come un’unica curva costante, sia all’interno che all’interno, incorporando geometrie più rigorose ed elementi naturalistici.
All’esterno il risultato è mozzafiato. Il piano terra originariamente doveva essere il garage, mentre il piano principale la residenza privata dei Milà e gli altri spazi sarebbero dovuti essere adibiti a oltre 20 case che i proprietari avrebbero affittato.
Poi, il tetto, incoronato da scalinate, ventole e abbaini che sembrano comignoli. E’ irrisorio il confine tra elemento architettonico e scultura decorativa, e a mio avviso curioso quando si parla di modernismo.
All’interno sono rimasto colpito dai soffitti, e dalle porte in legno intagliate a mano. Come per casa Battlò, l’architetto si occupa personalmente anche degli elementi di design, l’arredamento, le luci, il mobilio…
Molto divertente è l’aneddoto secondo il quale la signora Milà si lamentasse dell’onnipresenza del tocco dell’architetto, che aveva personalizzato al tal punto da non consentirle di aggiungere mobili, viste le pareti curve. Per questo motivo alla morte di Gaudì alcuni mobili vennero rimossi e l’aspetto originario della casa venne lievemente modificato.
Ciò non le impedisce di essere insignita come patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Oggi è il quartier generale della fondazione Catalunya-La Pedrera, la quale gestisce le esibizioni, le attività e le visite turistiche.
La consiglio vivamente, magari in un momento di maggiore stabilità politica.
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