Miracolo per gli investitori, scempiaggine per gli appassionati d’arte, gallina dalle uova d’oro per artisti: gli NFT assumono molti volti diversi a seconda di chi ne parla, e del contesto nel quale se ne parla. Una sola cosa è certa: qualcuno ci sta guadagnando incredibilmente, in questo preciso momento.
L’investimento volatile del momento
È curioso come un mercato di nicchia e destinato solo a un certo tipo di investitore, come quello dell’arte contemporanea, sia diventato un fenomeno sulla bocca di tutti, anche in ambiti tecnici e per neofiti della finanza e dell’investimento.
Forse mi sono perso qualche passaggio intermedio della progressiva consapevolezza fiscale che sembra aver investito il mondo globalizzato negli ultimi anni. Io ero fermo a un mondo nel quale solo chi aveva discrete competenze economiche e una buona base di metodo di studio (in generale) si dedicava all’investimento.
Ma soprattutto, il piccolo risparmiatore raramente perdeva del tempo per acquisire le conoscenze necessarie per investire da solo o da sola.
Oggi, complici forse le piattaforme che consentono a chiunque di investire tramite internet, ma anche i molteplici video motivazionali che vedo fioccare ogni volta che apro Youtube, tutti si sono improvvisati investitori.
Ricordo con amarezza cosa successe l’ultima volta che vidi un tale fenomeno in atto, con i bond argentini nel 2001. Ma oltre a invitare i miei conoscenti alla diffidenza, non posso fare molto altro.
L’onda degli NFT ingloberà e risputerà i più piccoli e fragili di noi, come ogni altra moda finanziaria ha fatto.
Perché sono così convinto?
Innanzi tutto, perché la volatilità del loro valore è ancora troppo alta. Ma anche, perché il prestigio sociale derivato dal possesso e dall’esposizione di una reale opera d’arte raramente potrà essere emulato da un oggetto digitale.
Parliamo molto di Metaverso, di social network che sostituiscono la vita reale, ma a mio parere sempre di oggetti fisici stiamo parlando.
Se togliamo l’appetitosità del mondo fenomenico, che cosa ci rimane?
Tutte le storielle finiscono, prima o poi, e temo che anche gli NFT faranno la stessa fine.
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