L’Edipo re è tra le tragedie classiche una di quelle che hanno suscitato maggiore interesse.
Dalla psicanalisi all’antropologia
Analizzato da scienze ignote all’archeologia, come la psicanalisi e l’antropologia, Edipo è un personaggio carico di simboli diversi.
Pensiamo ad esempio a Freud, che cerca di comprendere il vero significato del nome Edipo. Letteralmente significa “colui che ha i piedi gonfi” oppure “colui che conosce i piedi”.
Si parla di due diversi momenti della sua storia: l’esposizione in seguito alla nascita, dopo che gli sono stati forati i piedi, mentre il secondo episodio è la soluzione all’enigma della Sfinge riguardo all’essere misterioso che nasce su quattro zampe cresce con due e prima di morire ne ha tre.
Cieco per mano propria
Ugualmente, si è molto parlato dell’auto accecamento di Edipo e della terribile simbologia che vi può essere collegata: autopunizione, autocastrazione e chi più ne ha più ne metta.
Ma per noi è veramente molto difficile immaginare un tragediografo del quinto secolo a.C. come Sofocle che si mette ad arzigogolare sui significati simbolici e gli omaggi che possono celarsi dietro un nome collegato in qualche modo al patrimonio di racconti nazionale.
Si tratta sì di opere d’intrattenimento che hanno una certa caratura simbolica, come era normale nella maggior parte delle opere del periodo. Però non possiamo non pensare che la finalità principale di questa tragedia fosse intrattenere un pubblico e ricordargli delle vicende che forse remotamente già conosceva.
Non voglio peccare di empietà e nemmeno scomporre i classicisti in sala. Ovviamente non considero l’Edipo come una fiaba della buonanotte, anche perché come fiaba risulterebbe piuttosto horror.
Quindi, cosa salviamo della mastodontica critica che è stata fatta di Edipo? A mio parere, la sua figura di capro espiatorio.
L’interpretazione di Frazer sembra quella più vicina al modo di pensare dei greci. Ma ne parlerò nel prossimo episodio.
(Continua)
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