Come reagireste se foste un esperto d’arte incaricato di effettuare una valutazione di mobili, e improvvisamente vi imbatteste, in una vecchia cucina francese, in un Cimabue autentico?

E’ quel che è successo in Francia per un’opera di Cimabue intitolata “Cristo deriso”, venduta all’asta da Acteon in ottobre per 24 milioni di euro. Una cifra stellare, per un’opera medievale, ma tant’è l’ammontare dal pagamento che lo Stato francese dovrà effettuare per riuscire a riscattarla.
Dopo che il ‘Cristo deriso’ è stato comprato da collezionisti statunitensi, lo stato francese lo ha classificato come “tesoro nazionale” e ha bloccato l’esportazione.

Ci sono ora 30 mesi per trovare i fondi necessari a ricomprare il quadro, che sembrerebbe avere come destinazione nientemeno che il Louvre. C’è giusto il posto accanto alla ‘Maestà del Louvre’ libero, se quest’opera dovesse venir riscattata.

Secondo i periti del ministro francese della cultura, il quadro era parte di un dittico dipinto da Cimabue attorno al 1280. Nel dittico, otto scene tratte dalla passione e crocifissione di Cristo.

Il reperimento lascia aperto uno spiraglio di riflessione su quante opere ci siano, nascoste nei meandri di abitazioni private, di collezioni cadute nel dimenticatoio di parenti incuranti. La ragione per cui la formazione artistica è così importante, secondo la mia modesta opinione di amateur appassionato, è che tesori così ingenti non cadrebbero più nel dimenticatoio se la popolazione media avesse una media cultura dell’arte più elevata.

Prendiamolo come augurio e auspicio per l’anno nuovo.

PGB