Righe e versi in affitto, e sempre sotto pseudonimo. Questo faceva il giovane Checov, pensando di guadagnare due soldi per facilitarsi la vita universitaria. Tra gli sproloqui del padre e i figli dei parenti che strillano dalle stanze di fianco alla sua, Anton cerca disperatamente la propria fiamma artistica. La prima opera drammaturgica, il Platonov, la archivia immediatamente come immatura, e la pubblica revisionata solo diversi anni dopo la stesura.
La prima opera drammaturgica e la passione per la medicina
Platonov è un parassita provinciale, dongiovanni sia come libertine frequentazioni, sia come cinismo ostentato e vissuto.
Oltre alla medicina, la moglie legittima, ho un’amante, la letteratura. Ma non ne parlo perché vive nell’illegalità e morirà nell’illegalità.
Infatti Anton Checov continua con il perseguimento della propria carriera medica, a quanto si dice curando gratuitamente parenti e amici, studiando con costanza.
La laurea in medicina e la prima raccolta sono due avvenimenti che non a caso avvengono lo stesso anno: “La raccolta di Melpomene” sono racconti pubblicati a sue spese sotto pseudonimo, un lievissimo successo di pubblico ma una grande soddisfazione personale per il figlio del droghiere di Taganrog. Nello stesso anno, il 1887, cominciano però anche a manifestarsi i primi sintomi della tisi, la malattia che lo porterà alla morte.
Gli introiti, grazie alla vita professionale ma anche ai compensi delle riviste, cominciano a aumentare. Si prospetta per Checov una nuova vita, quella adulta, carica di gratificazioni personali e del riscatto di un giovane provinciale.
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