La magia in molti luoghi e etnie diverse ha sostenuto di poter dominare le grandi forze della natura creando benefici per gli uomini che la praticavano nella maniera corretta. Se così è stato, chi praticava l’arte magica era un personaggio importante e influente, in una società che nutriva piena fiducia nelle sue stravaganti affermazioni.
Non ci sarebbe da meravigliarsi se alcuni di questi infallibili maghi avessero raggiunto una posizione di massima autorità, ad esempio assurgendo al rango di capi e sovrani.
Manca la pioggia? Colpa del re
In diverse popolazioni antiche, se c’era penuria di pioggia e se i campi rimanevano infertili, veniva incolpato il sovrano e lo si destituiva o uccideva.
In molte parti del mondo infatti il sovrano è responsabile del buon andamento della natura, e come ci insegna il testo “I re taumaturghi”, Anche i sovrani di Francia sostenevano di possedere le stesse virtù terapeutiche di san Luigi, che Clodoveo aveva ereditato, mentre il sovrano inglese le aveva ereditate da Edoardo il Confessore.
Allo stesso modo i capi selvaggi di Tonga guarivano dalla scrofola e dal fegato indurito con un tocco del piede: una cura basata sull’idea che la vicinanza con anche solo un oggetto o una infima parte del corpo del sovrano potesse omeopaticamente curare il male.
È arrivata poi la rivoluzione non solo sociale e tendente a una forma di governo meno oligarchica e più distribuita, come diremmo oggi democratica, che poi a varie latitudini e a più riprese sfocia nel dispotismo.
Insieme ad essa anche la cultura è cambiata, sostituendo gradualmente la religione alla magia. Il mago cede il passo al sacerdote, che rinunciando l’idea di regolare direttamente il corso della natura a vantaggio dell’uomo, cerca di raggiungere lo stesso scopo tramite l’intercessione del Dio attraverso la preghiera.
I sovrani politici beneficiano in realtà di tale concezione perché sebbene il contatto con il Dio si verifichi dopo la morte, si sostiene che esistano alcune persone ultra dotate in grado di concretizzare tale contatto anche nell’al-di-qua.
Ma chi sono questi dei incarnati?