Ho letto con grande sorpresa della sua scomparsa su LaLettura, l’inserto culturale del Corriere della Sera. È scomparso esattamente un mese fa, il 15 giugno.
Debilitato dal Covid-19, si era solo parzialmente ripreso dopo il ricovero. Un altro dei molteplici che sono caduti. Ma ricordiamo Giulio Giorello per chi non ha avuto occasione di conoscerlo.
Chi era Giulio Giorello
Innanzi tutto, un intellettuale. Un intelletto decisamente poliedrico, visto che si occupò di matematica, di fumetto e di letteratura irlandese (riporto il Corriere).
Sempre nell’inserto del Corriere si riporta l’intervista che rilasciò il 30 aprile 2006 al Corriere: con un’intuizione pro-tempore parlò della medicina che spesso ci spinge a considerarci non più di una sequela di disagi.
Non proprio una polemica, visto che il monito era a vivere la pienezza della vita, godendone soprattutto gli aspetti imprevedibili conseguenza della nostra fragilità.
I ricordi di chi lo conobbe
Io ne lessi solo qualche articolo, e a dir la verità mi ricordavo l’impressione che uno di questi mi suscitò. Leggendo meglio le testimonianze che alcuni colleghi pubblicano su di lui, mi sono ricordato che era un articolo sulla libertà, e ho subito collegato il nome all’articolista.
Quindi non potrei onestamente dire che lo conosco. Ma indubbiamente, dando un’occhiata al curriculum, parliamo di una mente dall’apertura indiscutibile.
Penso che potrebbe essere un’occasione per leggere qualcosa in più.
Intanto: ciao, Giulio!
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