La curva dei contagi sta andando verso il basso, e intanto la Commissione Europea è pronta a presentare la sua proposta per il bilancio pluriennale. Un grande gesto che prevede di aiutare i settori più colpiti dalla crisi Coronavirus, ma come sempre è difficile discernere le reali potenzialità dei fondi erogati. Vediamo di fare un’analisi finanziaria, che però necessariamente sarà anche un po’ economica.
I soldi a pioggia
Dopo il nuovo Mes, il rafforzamento della Bei, e il fondo anti-disoccupazione Sure. Questo fondo per la ripresa ha bone potenzialità di azione, anche se la mediazione tra i PAesi diversi è stata necessaria. Come si erogano i soldi? Ma soprattutto, a quali condizioni finanziarie?
Tra il blocco dei Paesi del Sud e l’asse franco tedesco è nato subito un certo screzio. 500 miliardi di euro, da erogare sotto forma di prestiti a fondo perduto, questa è stata la proposta di ieri della Francia e della Germania.
Ipotesi apprezzatissima dall’Italia, come anche dai Paesi del Sud. Invece Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, considerati i “frugal 4”, ovvero Paesi fortemente risparmiatori, hanno contro-proposto di applicare delle restrizioni.
Il Fondo serve, ma deve distribuire risorse solo attraverso prestiti. Questo dicono i frugal 4, che prevederebbero anche di restringerne la validità a 2 anni da ora.
Debiti, debiti e debiti
Quel che mi colpisce sempre della percezione dei fenomeni finanziari nel grande pubblico, è che la parola “prestiti” suscita fremiti nella stampa e in chi investe in obbligazioni statali. Il debito pubblico è uno spettro ormai da diversi anni, e se ne parla sempre con note di timore.
Timori concreti, visto che gli investitori ultimamente sono sempre più guidati dalla prudenza, e un numero rilevante di loro ha venduto i propri portafogli azionari, a causa della recente burrasca.
Però ribadisco, non credo che queste misure di aiuto finanziario da parte dell’UE vadano necessariamente interpretate come un indebitamento fine a sé stesso. Sarebbe una valutazione semplicistica, e errata.
Intanto occupiamoci della ripresa economica.
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