Il Mukbang, fenomeno nato in Corea del Sud, rappresenta un curioso esempio di come le dinamiche sociali si evolvano nell’era digitale.
Da giovane mai avrei immaginato che la gente si sarebbe seduta davanti a uno schermo per guardare qualcuno che mangia in modo smodato. Questo comportamento sembra essere una distorsione della condivisione del pasto, un rituale sacro in molte culture, in cui il cibo è spesso il pretesto per riunire, per condividere storie.
La mia generazione ha imparato a considerare il cibo come una componente centrale della socializzazione, un momento in cui la conversazione e il legame umano prendono il sopravvento.
Il mukbang sembra ribaltare questo concetto, trasformando il pasto in uno spettacolo solitario e voyeuristico. La gente non mangia per soddisfare la fame o condividere un momento di convivialità, ma per intrattenere uno spettatore invisibile.
Sempre più soli
Il Mukbang evidenzia anche la crescente solitudine nella società moderna. Quando ero giovane, non c’erano smartphone o internet, e le persone facevano sforzi per connettersi di persona. Ora, sembra che le persone si aggrappino a queste strane forme di connessione virtuale, come guardare qualcuno mangiare online, per colmare il vuoto delle relazioni umane reali.
Il cibo non è più una risorsa preziosa.
Qui vengono celebrati apertamente l’eccesso e la mancanza di controllo.
Quindi, non è mia intenzione connotarmi nei miei giudizi come irrimediabilmente passé.
Non vorrei ignorare delle nuove esigenze sociali che potenzialmente emergono da questo fenomeno.
Certo, non mi vergogno di dire che mi dispiace vedere quello che per me è un immane quanto assurdo spreco di cibo.
Perché innanzi tutto si tratta spesso di cibo spazzatura, quindi è un messaggio non mandato in direzione dell’educazione alimentare. Questo è il primo spreco.
Ma in più, siamo davvero sicuri che queste star del web non vadano poi a vomitare tutta l’abnorme quantità di cibo che hanno ingurgitato?
Come può essere sana una cosa simile?
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